340-402
Quinto Aurelio Simmaco (340 - 402 circa) nasce a Roma da un'importante famiglia senatoria. Dopo aver condotto accurati studi in Gallia, inizia una brillante carriera politica che lo porta prima ad essere, nel 364-65, corrector del Bruzio e della Lucania, quindi tra il 369 e 370 fa parte del seguito di Valentiniano I impegnato a Treviri in alcune operazioni difensive contro gli Alamanni. In questa occasione stringe amicizia con Ausonio, al tempo precettore del giovane Graziano, prima di tornare a Roma e sposare Rusticiana da cui ha due figli, un maschio e una femmina. Il cursus honorum procede abbastanza speditamente: nel 373 è proconsole in Africa e nel 384, vent'anni dopo il padre Lucio Aurelio Avianio, è praefectus urbi. Nell'esercizio di tale funzione è coinvolto nella vicenda politico-culturale che culmina nella stesura della Relatio III, indirizzata all'imperatore Valentiniano II per chiedere, molto probabilmente anche su pressioni di altre componenti dell'aristocrazia senatoria più tradizionalista, la ricollocazione in Senato dell'Altare della Vittoria, fatto rimuovere due anni prima da Graziano. L'intransigente opposizione di Ambrogio, al quale tra l'altro è legato da rapporti di parentela, determina l'insuccesso della battaglia di Simmaco che, successivamente, si schiera contro Teodosio e a favore dell'usurpatore Massimo. La sconfitta di quest'ultimo non influisce sulle fortune del senatore, che, nel 391, ottiene addirittura la nomina a console. Dopo un timido appoggio a un tentativo di restaurazione pagana a opera di Eugenio, altro usurpatore, dedica gli ultimi anni della sua vita alla cura degli affari familiari e all'approfondimento di interessi filologici e letterari. Il 402 è l'anno della morte, avvenuta forse sulla via del ritorno a Roma dopo un soggiorno a Milano presso la corte di Onorio. [V. del Core]