saec. IV ex
È importante sottolineare, in primis, come Tiberio Claudio Donato non abbia nulla a che fare con il quasi omonimo Elio Donato, grammaticus di enorme fama e commentatore virgiliano tra i più apprezzati, il cui commento a Virgilio, però, è quasi interamente perduto (il primo a segnalarlo è stato M. Des Amorie Van Der Hoeven, Epistula ad virum doctissimum W.H.D. Suringarium de Donati Commentario in Virgilii Aeneida, Leovardiae 1846). Tiberio Claudio Donato è invece autore di un commento retorico all’Eneide, le Interpretationes Vergilianae. Le fonti antiche non ci danno alcuna notizia su questo personaggio; dall’opera stessa si possono ricavare alcune (poche) informazioni: innanzitutto, ebbe un figlio, Tiberio Claudio Massimo Donatiano, cui le Interpretationes sono dedicate; inoltre, nella prefazione alla sua opera Donato si pone in aperta polemica con la scuola dei grammatici, di cui evidentemente non faceva parte. L’ipotesi che fosse un avvocato, avanzata da Van Der Hoeven 1846 e discussa da Georgii, è stata rifiutata da Squillante Saccone 1985, anche se la competenza giuridica del nostro commentatore è innegabile, insieme alla tendenza a utilizzare un modello giudiziario in alcuni aspetti della sua esegesi (Starr 1991, Moretti 1998). Le notizie a noi note su Tiberio e il figlio si trovano raccolte nella PLRE (vol. I, pagg. 268-9) e in Kaster (The Guardians of Language, 1997: si veda, nella prosopografia, sezione “Dubii falsi varii”, n.208-209, pagg. 399-400). Entrambi i testi sottolineano che non vi sono elementi che consentano di identificare il maestro di grammatica Donaziano (Donatiani fragmentum in GLK VI.275,10-277,15) con il figlio di Donato; peraltro, come sottolinea Kaster, le parole di Donato nella prefazione della sua opera, con cui attacca l’istruzione grammaticale e i grammatici, sarebbero quantomeno prive di tatto se il figlio avesse svolto tale professione.
Infine, dal punto di vista cronologico possiamo ascrivere l’autore al periodo tra IV e V sec.: a sostegno di tale ipotesi, Georgii cita ragioni sia stilistiche sia contenutistiche. Sempre in relazione al problema della datazione, sono stati sottolineati i rapporti con il commento di Servio: Donato sembra conoscere il commento di Servio, mentre sembra essere ignoto a Servio. Da ciò si dedurrebbe che Donato visse dopo Servio. Tuttavia, come sottolinea Kaster, le interpretazioni comuni a Servio e Donato sembrano dovute più all’utilizzo di una fonte comune, che non a derivazione diretta; inoltre, nulla obbligava Servio a citare Donato, date le notevoli differenze tra i due commenti (Squillante Saccone 1985). [Chiara Formenti]